Uomo politico italiano. Dopo aver compiuto gli studi nei seminari di Fermo e
Recanati, e aver conseguito la laurea in Teologia alla Pontificia
Università Gregoriana di Roma, venne ordinato sacerdote nel 1893. Nello
stesso anno iniziò a seguire i corsi di Filosofia del marxista A.
Labriola all'università di Roma. Venne elaborando così il suo
pensiero politico e religioso, fondendo insieme il tomismo metafisico e il
materialismo storico. Animato da un evangelico spirito di uguaglianza sociale,
ancora studente iniziò un'attiva propaganda per un nuovo orientamento
sociale e politico dei cattolici, cercando di conciliare democrazia e religione,
Socialismo e dottrina sociale della Chiesa. Nel 1895 fondò a Roma un
gruppo universitario cattolico, facente capo alla rivista "Vita Nuova".
Successivamente raccolse attorno a sé le forze del Cattolicesimo
progressista, creando un contrappeso alla vecchia dirigenza integralista
capeggiata da G.B. Paganuzzi, che controllava le numerose attività
sociali dell'Opera dei Congressi, con una visione di stretta difesa della Chiesa
contro lo Stato laico. Nel 1898 fondò la rivista "Cultura sociale", che
divenne l'organo ufficiale del movimento dei cattolici progressisti e il 1°
maggio 1899 vi fu pubblicato il primo programma della democrazia cristiana. In
esso si chiedeva, tra l'altro, la "rappresentanza proporzionale" dei partiti al
Parlamento e una "legislazione efficacemente protettrice del lavoro". I giovani
murriani, tra cui figurava L. Sturzo, si dichiaravano democratico-cristiani,
superando però il concetto conservatore di democrazia cristiana
introdotto dal teorico della dottrina sociale cristiana G. Toniolo.
M.
volle introdurre nel movimento cattolico il principio della
responsabilità e dell'autonomia dei militanti sul terreno sociale e
politico, e sollecitò la Chiesa a impegnarsi nella lotta politica per
riconquistare la società italiana al Cristianesimo, inducendola
contemporaneamente a rinnovare la propria struttura e la propria dottrina.
Ritenne che il popolo dovesse partecipare alla lotta di classe; risultò
però difficile concepire un'azione politica sottratta all'intervento
diretto della Chiesa. Di qui l'illusione di poter organizzare un partito
politico dei cattolici autonomo dalle gerarchie ecclesiastiche e sottratto alle
cautele paternalistiche del vecchio clericalismo, ma, nello stesso tempo, tale
da poter tutelare gli interessi della Chiesa. La dura opposizione dei vecchi
clericali accrebbe la diffidenza di molti vescovi, convinti che la propaganda
democratica fosse motivo di disordine sociale. La concentrazione delle forze
ostili fu tale da schiacciare il movimento democratico che faceva capo a
M. Il primo colpo fu inferto da Leone XIII che nel 1901, con l'enciclica
Graves de communi, negò ogni autonomia al movimento murriano,
inquadrato nel 1902 nell'Opera dei Congressi. La dispersione del movimento si
verificò con l'elezione di Pio X che nel 1904 decretò lo
scioglimento dell'Opera dei Congressi e condannò la Lega Democratica
Nazionale, fondata l'anno prima da
M. Nel 1906
M. fondò la
"Rivista di cultura". Sospeso
a divinis nel 1907, eletto nel 1909
deputato con l'appoggio radicale e socialista, venne scomunicato e attaccato
violentemente da parte cattolica. Isolato dal suo movimento e dai modernisti,
nel 1914 aderì all'interventismo e nel dopoguerra si avvicinò al
Fascismo. Si dedicò, quindi, al giornalismo politico collaborando al
"Resto del Carlino". Si riconciliò con la Chiesa poco prima della morte.
Tra i suoi scritti:
Battaglie d'oggi (1903-04),
La politica clericale
e la democrazia (1910),
Dalla democrazia cristiana al partito popolare
italiano (1920),
L'ulivo di Santena. Note sulla Conciliazione (1930),
Democrazia cristiana (postumo, 1944) (Monte San Pietrangeli, Ascoli
Piceno 1870 - Roma 1944).